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… O forse no?

Immaginiamo che se, a freddo, chiedessimo a 100 persone quando è nato il primo gioco elettronico, in pochi saprebbero rispondere. Ci si ricorda degli Atari, intesi come consolle gioco, magari si va indietro anche fino al Commodore 64 o al Commodore 16, con le cassettine per giocare e tempi infiniti di caricamento… Oggi i loghi di Atari e Commodore sono diventati icone da portare sulle magliette o sulle felpe che possono essere stampate on line su Stampaprint a costi ragionevoli e in tempi velocissimi. O magari qualcuno potrebbe anche pensare di stampare qualcos’altro su felpe e magliette, una volta scoperto che il primo videogame è stato creato nel 1947, anche se il suo nome è poco accattivante:  Cathode-ray tube amusement device.

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Il successo di Pong (1972)

Quello che comunemente si può pensare, ossia che sia stato Pong (vedi la foto gif sopra) il primo videogioco della storia, è errato. Certo è stato uno dei primi, anche se risale al 1972 quando a produrlo e a commercializzarlo fu Atari. Si tratta di un simulatore di ping pong dalla grafica essenziale che, ai tempi, ottenne un grande successo, tanto che oggi è entrato a far parte degli arcade considerati vintage.

Cathode-Ray Tube

Il primo videogioco è stato creato nel 1947 da Thomas T. Goldsmith Jr. e Estle Ray Mann. La richiesta all’ufficio brevetti statunitense venne depositata in data 25 gennaio 1947 e ufficializzata il 14 dicembre 1948 con il nome di Cathode-ray tube amusement device e il numero 2 455 992.

Nimrod

In occasione dell’edizione del 1951 del Festival of Britain la Ferranti realizzò un computer denominato Nimrod, appositamente costruito per essere in grado di giocare al gioco del nim, gioco matematico per due giocatori; in seguito venne esibito anche a Berlino.

OXO

Nel 1952 all’Università di Cambridge A.S. Douglas sviluppò OXO, una versione grafica del gioco del tris, per dimostrare una sua tesi sull’interazione uomo-macchina. OXO è stato giocato su un computer EDSAC, che utilizzava un tubo catodico come schermo

“I videogiochi non influenzano i bambini; intendo dire che se Pac-Man ci avesse influenzato da piccoli, saremmo ora tutti intenti a girare in sale buie, masticando pillole magiche e ascoltando musica elettronica ripetitiva.”
KRISTIAN WILSON